Conte sta diventando un ostacolo per Letta
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Conte sta diventando un ostacolo per Letta

Giuseppe Conte

Le posizioni populiste di Conte stanno mettendo in dubbio l’alleanza con il Pd.

Crescono i fastidi all’interno del Pd per l’alleato M5S che sta diventando sempre più scomodo. Molti dem, soprattutto della frangia riformista, sono sempre stati molto scettici riguardo questa alleanza. Ma ora anche il segretario Enrico Letta pensa ad eventuali alternative per non essere associato a posizioni populiste che in questi giorni sta esponendo Giuseppe Conte.

Alcuni dem stanno chiedendo di cambiare la proporzionale in modo che non costringa le forze politiche ad un’alleanza come quella tra Pd e grillini che sta diventando un matrimonio forzato. A irritare il Pd sono state le ultime posizione ambigue sulla guerra in Ucraina dell’Avvocato del popolo. Da quando è stato confermato leader del Movimento ha cambiato il suo atteggiamento e sta esprimendo tutti i suoi pensieri emersi durante il governo gialloverde.

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Alcuni analisti pensando che quella tra Lega e Movimento sia l’unica alleanza coerente perché è ormai chiaro che il Movimento abbia più punti in comune con il Carroccio che con il Pd. Insieme i due partiti sono stati molto vicini a Putin e alla linea del Cremlino e agli altri partiti populisti d’Europa. Ancor più forte è il sentimento antieuropeista di Salvini e ancor più dei grillini e l’antiatlantismo.

Nelle ultime ore Giuseppe Conte ha appunto rilasciato una dichiarazione che non è affatto piaciuta a Letta. “La collocazione atlantica dell’Italia non si discute ma non sempre gli interessi di Europa e Usa coincidono ha detto il leader grillino. “Va inoltre evitato che la corsa al riarmo possa assorbire le risorse che invece dobbiamo destinare al rafforzamento dei nostri sistemi di sicurezza sociale e della transizione energetica”.

L’antiatlantismo che lo porta ad una corsa in solitaria

Oltre alla sua posizione netta che ha quasi scatenato una crisi di governo sull’aumento della spesa militare, il suo pensiero sulla guerra resta ambiguo. «Vedo diffondersi, soprattutto sulla scia emotiva di questa guerra, un vetero-atlantismo di stampo fideistico che, unito a un oltranzismo bellicista, rischia di portare altri guai a noi e ai nostri alleati».

La sua posizione quindi si colloca su un anti americanismo e atlantismo e di neutralità nei confronti della guerra. Una neutralità che in questi giorni hanno espresso Orbàn e Vucic mentre si confermavano alla guida semi autoritaria di Ungheria e Serbia, due paesi che non hanno reciso i rapporti con il Cremlino. Il pacifismo di Conte che chiede una soluzione diplomatica e non bellica è un classico di un partito populista.

Riguardo all’alleanza con il Partito democratico Conte rassicura che non è in discussione il dialogo ma “ma non dobbiamo nasconderci il fatto che su un tema non secondario stiamo registrando una distanza di sensibilità che tende a cristallizzarsi quando il Pd derubrica una nostra profonda convinzione a questione meramente elettorale”. La corsa in solitaria del Movimento rischia di essere sempre più vicina per le prossime elezioni.

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ultimo aggiornamento: 5 Aprile 2022 9:35

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